Là dove si posano le coccinelle di Anton Phibes
Là dove si posano le coccinelle di Anton Phibes
Un racconto ambientato in Sicilia in cui s’aggrovigliano musica e natura,eros e poesia, metafisica e storia.
«L’idea di amarli insieme mi venne per gioco. In spiaggia, quando la luna illuminava il mare calmo, ci denudavamo senza vergogna. I ragazzi provavano a misurarseli, essendo freneticamente competitivi. Di giorno suonavamo a più mani sul pianoforte verticale delle mie zie; la sera risuonavano altre corde, altri tendini, muscoli».
«Sono andata via perché l’amore non si conosce veramente. Davvero amavo quei ragazzi, ma sarebbe stato troppo per me e per loro. In quegli anni le parole: buttana, frocio, lesbica, somigliavano ai coltelli dei mafiosi; il brusio paesano poi era simile alla lupara».
«Terrorizzarsi per un banale errore provocherà sempre ansia da prestazione e, in definitiva, nessun godimento dell’arte. Ridere degli strafalcioni e minimizzare sempre. Poiché nessuno è mai morto per una stecca. Chi vuol esser perfetto in musica potrà tirarsi un colpo di pistola in fronte, raggiungendo il più alto grado del parnaso».